Un dato su tutti, fra gli ultimi diffusi da Confesercenti, basta a rappresentare la crisi del commercio nel 2023: lo scorso anno sono nate “solo” 22.608 nuove attività, il 20,3% in meno del 2021. Un bilancio in negativo per oltre ventimila unità che significano, in media, la chiusura di oltre due negozi ogni ora.
Se, secondo lo studio, il numero di chiusure è in linea con quello degli anni pre-pandemia, è il dato delle nuove aperture a preoccupare. Si tratta infatti del più basso degli ultimi dieci anni, inferiore anche rispetto al periodo pandemico, che aveva fatto registrare l’arrivo di oltre 25.000 nuove imprese del commercio. Le cause della crisi del commercio sono da ricercarsi in un mix del quale fanno parte la pandemia, il caro energia e lo shopping online.
Crisi del commercio, 3 rischi da monitorare
Quali sono i rischi per le aziende che operano nel commercio in Italia? Indicazioni chiave arrivano dagli studi di settore, come quello pubblicato di recente da Confesercenti “Il commercio oggi e domani” e, sul fronte digitale, dai paper che Google dedica al futuro del retail. Analizziamo allora i maggiori rischi per i negozianti e come affrontarli nel modo migliore, così da superare senza difficoltà la crisi del commercio.
1. Rischio inflazione
I tempi di rientro dell’inflazione si stanno dimostrando più lenti del previsto. Alla fine del 2023, il potere d’acquisto degli italiani sarà inferiore di 14,7 miliardi di euro rispetto al 2021, con una perdita di circa 540 euro per nucleo familiare. Confesercenti stima la capacità di spesa degli italiani del 2021 non sarà recuperata prima del 2027.
Per superare il primo ostacolo della crisi del commercio del 2023, è opportuno in primo luogo diversificare la propria offerta in modo da rispondere preventivamente al calo della domanda di un certo prodotto. Un’altra opportunità viene poi dall’adozione della giusta tecnologia: utilizzare strumenti di previsione degli acquisti significa essere in grado di acquistare quando i prezzi sono più bassi e nella giusta quantità, ottimizzando così anche la gestione dell’inventario di negozio.
Infine, secondo il Retail Report di Adyen, in uno scenario macroeconomico segnato dall’inflazione, i consumatori sono a caccia di convenienza e tendono a premiare le aziende che hanno adottato soluzioni di commercio unificato, ovvero di gestione integrata dei diversi canali di vendita e di tutti i pagamenti (in-store, e-commerce e mobile) in un’unica interfaccia.
2. Rischio energia
Nel 2023 la crisi energetica è entrata per la prima volta tra i primi 10 rischi globali per le aziende, posizionandosi al 4° posto nel ranking di Allianz Risk Barometer. Nonostante gli sforzi compiuti dai paesi dell’UE, i costi dell’energia restano comunque elevati e questo può mettere in crisi molte attività commerciali: si tratta di aumenti che si sono riversati su produzione, trasporto e distribuzione, portando inevitabilmente a un incremento generalizzato dei prezzi finali di prodotti e servizi.
Per far fronte a questo rischio insito nell’attuale crisi del commercio, la scelta di soluzioni tecnologiche sostenibili diventa cruciale per i commercianti. Optare per strumenti e sistemi che mirano a ottimizzare e semplificare la gestione dell’esercizio commerciale rappresenta un’opportunità non solo per tagliare sprechi e inefficienze energetiche, ma anche per migliorare l’efficienza operativa e consolidare la posizione competitiva sul mercato. Sono questi i primi passi che puntano al negozio del futuro.
3. La sfida dell’omnicanalità
I consumatori sono oggi abituati a un’esperienza d’acquisto omnicanale, passando più velocemente dalla ricerca di un prodotto al suo acquisto. Per i commercianti questo rappresenta sia una minaccia che un’opportunità: se da un lato i negozi fisici continuano a essere il canale d’acquisto preferito per 6 categorie merceologiche su 9, secondo Confesercenti, dall’altro lato è in aumento la quota di consumatori che preferisce acquistare esclusivamente o prevalentemente online – si pensi al comparto dei prodotti tech -e che guarda con attenzione al Digital Retail.
Per questo, per gli esercenti, è fondamentale prestare attenzione all’interazione tra acquisti fisici e online, tenendo anche presente che tre quarti dei consumatori italiani si dichiara agnostico rispetto al canale di vendita, ovvero acquistano senza notare grandi differenze. Inoltre, facilitare il checkout dei prodotti nei negozi fisici – ad esempio con un punto cassa intelligente – viene valutato positivamente dai consumatori: il report di Adyen sottolinea che più di un terzo degli intervistati dichiara di essere soddisfatto nel momento in cui la tecnologia rende gli acquisti più veloci.