Cosa serve per aprire un negozio nel 2022, in un’epoca in cui il digitale è diventato parte integrante di ogni aspetto della nostra vita? Se pensiamo all’innovazione digitale nel mondo del retail, sono probabilmente gli eCommerce i primi a venirci in mente. Eppure, la una trasformazione c’è stata, ed è tuttora in atto, investe anche nel il punto vendita fisico.
Aprire un’attività commerciale significa infatti intraprendere un percorso che deve considerare la digitalizzazione come una condizione necessaria allo sviluppo del punto vendita e gli strumenti digitali come alleati che semplificano la vita quotidiana
Non solo: il primo passo necessario per aprire un negozio, ancor prima rispetto ai requisiti burocratici, è strategico e riguarda la definizione di un Business Plan.
Il Business Plan per il negozio: un passo fondamentale
Il Business Plan è un documento che analizza e descrive gli obiettivi dell’attività commerciale, le modalità per raggiungerli e i tempi previsti. È utile per rafforzare la solidità del progetto, non solo in caso sia previsto l’intervento di investitori esterni, ma anche per il proprietario che intende focalizzare al meglio la propria idea e dettagliare con precisione la propria strategia. Nel dettaglio il Business Plan serve per:
- analizzare il mercato potenziale dell’attività con un occhio ai suoi competitor diretti e indiretti;
- descrivere la clientela target dell’attività e la strategia intrapresa per intercettarla;
- illustrare com’è articolata l’organizzazione del punto vendita, specie se di medio-grandi dimensioni come può accadere per un centro estetico o un ristorante;
- definire il piano finanziario e i flussi di cassa, cioè costi e ricavi stimati per il primo anno di attività e la loro evoluzione nel tempo.
Costi per aprire un negozio: cosa considerare
Un’analisi preliminare accurata include una stima dei costi necessari per aprire un negozio. A livello macroscopico possiamo citare:
- le spese per gli aspetti burocratici: ammontano a circa 200 euro per la registrazione dell’impresa in Camera di Commercio, mentre fra i 300 e i 1000 euro per le autorizzazioni;
- le spese affitto del locale e l’investimento in arredi e attrezzature, che variano in base alla tipologia di attività, posizione del negozio e metratura;
- l’investimento necessario in strumenti digitali obbligatori per legge, come i registratori di cassa telematici e POS;
- i costi delle utenze (elettricità, riscaldamento, acqua…);
- le tasse, che variano in base al regime fiscale scelto.
Per aprire un negozio fisico si stima un investimento iniziale fino ai 35.000 euro – come riportano le analisi Shopify – che scende nel caso si tratti di un’attività in franchising o in cui si prevede il solo eCommerce.
Aprire un negozio: i requisiti burocratici
Un altro aspetto fondamentale riguarda i requisiti burocratici per aprire un negozio, che interessano sia il commerciante che intende avviare l’attività, sia gli spazi in cui vuole farlo. Occorre per questo:
- disporre dei necessari requisiti personali e professionali: ad esempio, nel caso si voglia aprire un’attività del settore alimentare sono necessarie l’abilitazione SAB (autorizzazione per la somministrazione di cibi e bevande) e l’attestato HCCP (per la produzione e lavorazione di alimenti);
- verificare che l’immobile sia adibito ad attività commerciale, cioè che abbia i requisiti catastali, urbanistici e edilizi necessari;
- presentare la Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA) al Comune in cui è situato il negozio;
- aprire la Partita IVA all’Agenzia delle Entrate;
- iscrivere l’attività al Registro Imprese della Camera di Commercio del Comune in cui è situato il negozio;
- informare l’Inps per la previdenza e l’Inail per l’assicurazione infortuni;
- predisporre il Documento Valutazione Rischi (DVR) ed effettuare i corsi obbligatori antincendio e primo soccorso, nel caso in cui ci siano dipendenti oppure si tratti di un’impresa societaria;
- verificare con l’ASL se ci sono direttive specifiche da rispettare in base al tipo di attività, oltre a verificare gli eventuali regolamenti comunali per le insegne e le targhe, e le autorizzazioni necessarie per l’eventuale occupazione di spazio esterno al negozio, ad esempio per un dèhors in caso di ristoranti;
- verificare se vige un’ordinanza del sindaco in materia di orari di apertura, altrimenti tali orari sono a completa discrezione del negoziante, purché vengano adeguatamente comunicati al pubblico.
Cosa serve per aprire un negozio: il registratore telematico
La dotazione essenziale per aprire un negozio comprende anche i registratori di cassa telematici, strumenti che a fine giornata inviano i dati di vendita dell’attività commerciale direttamente all’agenzia delle entrate. Dotarsi di uno strumento di questo tipo è diventato necessario per adempiere alla norma che impone la trasmissione quotidiana dei corrispettivi, ma guardando oltre l’obbligo, l’utilizzo del registratore telematico sgrava anche l’esercente dall’onere di compilare ogni giorno il registro dei corrispettivi caricando i dati sul proprio cassetto fiscale, con un notevole risparmio di tempo e portando a zero il rischio di errori e dimenticanze legati all’invio manuale.
Alcuni modelli offrono anche funzionalità più evolute, pensate per rendere più facilmente accessibili al negoziante i dati fiscali raccolti. In questo modo tutte le informazioni sull’andamento dell’attività diventano facilmente consultabili, anche in forma aggregata, su dispositivi come PC o smartphone.
Attrezzarsi per i pagamenti elettronici (anche i più evoluti)
Molti clienti preferiscono utilizzare i pagamenti elettronici perché sono comodi, veloci e sicuri. Dotarsi di un EFT POS, dunque, significa innanzitutto adeguarsi all’esigenza dei consumatori, prima ancora che all’obbligo, che comunque è presente, di accettare queste forme di pagamento.
L’aspirante commerciante che sta valutando cosa serve per aprire un negozio e intende fare un investimento a prova di futuro può valutare l’acquisto di uno smart POS, un dispositivo più avanzato di un POS tradizionale, dotato di sistema operativo e schermo touchscreen, che nell’aspetto e nel funzionamento ricorda un po’ un tablet. Proprio come su un tablet, infatti, è possibile installare al suo interno delle applicazioni (scaricabili dall’apposito store) che permettono di accettare anche le forme di pagamento digitale più innovative. Un esempio? Quelle che utilizzano il QR code stampato sullo scontrino, molto utili per quelle attività, come pizzerie e rosticcerie, che fanno consegne a domicilio.
Un alleato per la coordinazione del punto vendita: il software gestionale
Chi è alla ricerca di una soluzione particolarmente completa ed evoluta per la gestione della propria attività, può optare per i software gestionali di cassa. Se infatti il registratore telematico permette di tenere sotto controllo la situazione dal punto di vista fiscale, le funzioni del software gestionale si estendono anche a tutte le altre attività di front e back office.
Ci sono quelle legate all’organizzazione del magazzino (monitoraggio dell’inventario e delle scorte per procedere nei tempi giusti con i restock) e del campionario articoli; si possono memorizzare le anagrafiche di clienti e fornitori, come anche tenere sotto controllo la produttività del personale. Ovviamente sono incluse tutte le funzionalità legate al processo di vendita: gestione degli ordini e delle promozioni, emissione di scontrini e fatture elettroniche e via dicendo.
È importante sottolineare come, nonostante il gran numero di funzioni che include, lo scopo di questi software sia quello di rendere l’esperienza di gestione del negozio più semplice e lineare. Da questo punto di vista giocano un ruolo fondamentale l’integrazione con gli altri strumenti del punto vendita (registratori di cassa, stampanti…) e l’impiego di interfacce facilmente utilizzabili anche da chi è meno avvezzo all’uso della tecnologia, o non ha ancora molta esperienza nel settore retail. Chi si trova ad aprire un negozio avrà a disposizione un valido alleato per avere pieno controllo di ogni aspetto della sua attività.
Fonti consultate:
- Shopify, 2024